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Morto Vialli, eroe di Juventus e Sampdoria: l’icona anni Novanta che ha vinto tutto

Vialli è morto

Gianluca Vialli è morto poche ore fa a 58 anni, lo riporta il Secolo XIX. Con i suoi gol ha segnato gli anni Novanta in Italia, e per gli Azzurri lavorava col ct Mancini.

Se n’è andato a 58 anni Gianluca Vialli, uno dei più grandi giocatori italiani tra gli anni Ottanta e Novanta. Amatissimo giocatore di Sampdoria e Juventus, il cremonese si è spento poche ore fa. Lascia dunque la moglie Cathryn e due figli. E ovviamente tutti i suoi tifosi, i suoi ex compagni e quelli che gli sono stati vicino fino all’ultimo, compresi tutti i membri dello staff di Roberto Mancini in Nazionale, con il quale ha lavorato fino a poche settimane fa.

Vialli è morto
È morto Gianluca Vialli: tutti i momenti più iconici della sua carriera (TvPlay.it)

Cinque anni fa ha scoperto un grave tumore al pancreas. Da lì è iniziata la sua battaglia, che gli aveva concesso una breve tregua nei mesi passati, quando ha potuto vivere il grande trionfo di Euro 2020 con tutto il gruppo degli Azzurri. Poche settimane fa, la situazione si è fatta di nuovo grave, con Vialli che ha deciso di lasciare l’incarico per dedicarsi alle cure. Se n’è andato in ospedale, a Londra, dove era stato ricoverato.

Poco dopo Sinisa Mihajlovic, dunque, l’Italia del calcio perde un altro grandissimo, che per la Nazionale ha anche giocato, dall’1985 al 1992. Il suo posto nella storia è legittimato dai suoi numeri e dai tanti trofei conquistati, oltre che dalle grandi prodezze da goleador e leader, quale è sempre stato. Ecco dunque le tappe più importanti della sua carriera.

Vialli e la sua carriera straordinaria: con Sampdoria e Juventus ha vinto tutto

Vialli ha iniziato nel calcio professionistico proprio nella squadra della sua città, la Cremonese, che lo piange come un figlio proprio nell’anno in cui è tornata in Serie A. Con la maglia grigiorossa ha avuto l’occasione di vincere sin da subito il campionato di Serie C1 nella stagione 1980-81. In città, poi è rimasto fino al 1984, quando in lui ha creduto la Sampdoria, dove l’attaccante ha conosciuto il periodo della sua consacrazione definitiva.

Vialli è morto
È morto Gianluca Vialli: tutti i momenti più iconici della sua carriera (TvPlay.it)

Qui nascerà l’amicizia ed il suo sodalizio in campo con Mancini, formando una delle coppie d’attacco più iconiche nella storia del calcio italiano. In blucerchiato Vialli vincerà tre Coppe Italia tra il 1984-85 ed il 1988-89. In quest’ultima annata, ad esempio, firmerà quello che è tutt’ora il record di marcature in una singola edizione, a quota 13. Negli ultimi anni, poi, anche la Coppa delle Coppe 1989-90 e la Serie A 1990-91 col titolo di capocannoniere (entrambe con il titolo di miglior marcatore) e la finale di Coppa dei Campioni 1991-92.

Tutti questi risultati gli varranno la chiamata della Juventus, con la quale completerà il suo incredibile palmares, diventandone anche capitano. Segnerà 53 reti in 145 presenze, vincendo anche un’altra Coppa Italia, ed un altro scudetto. Al suo quadriennio a Torino risalgono inoltre gli ultimi pesanti trionfi europei, la Coppa UEFA 1992-93 e la Champions League a Roma, nel maggio del 1996.

Vialli farà parte della nidiata di attaccanti trasferitisi in Premier League, chiudendo la sua carriera giocatore, nel 1999, dopo tre stagioni al Chelsea, di cui nell’ultimo anno e mezzo sarà allenatore-giocatore. Nei quattro anni mancherà solo la Premier League come titolo nazionale, vincendo un’altra Coppa delle Coppe ed una Supercoppa UEFA. Dopo l’addio a settembre nel 2000, l’avventura da allenatore terminerà quasi subito, nel 2002, con il licenziamento dal Watford.

Negli ultimi tre anni era stato al fianco della Nazionale guidata dal suo amico Mancini, lottando contro la malattia e dando un prezioso contributo al gruppo. Nel 2015 è stato inserito nella Hall of Fame della Serie A. Il nostro calcio lo ricorderà come uno degli attaccanti più vincenti e prolifici alla fine del secolo scorso. Ma anche – certamente – come un uomo la cui passione sconfinata per il calcio è stata fermata, così come la vita (troppo presto) soltanto da una maledetta malattia.

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