Serie B, i diritti televisivi tengono banco: il modello del campionato Cadetto fa scuola. La strategia è interessante anche per la Serie A.
I Cadetti fanno scuola. La Serie B insegna, il banco di prova dei diritti tv arriva in un momento focale per la massima serie. I problemi di connessione dei giorni scorsi hanno riacceso il dibattito attorno alla trasmissione degli eventi. In molti si chiedono se continuare su questo sentiero – che vede esclusivamente lo streaming come porto sicuro – sia la soluzione giusta. Non è l’unica via da percorrere.
Il prossimo triennio in discussione, per quanto concerne la possibilità di trasmettere gli eventi, potrebbe cambiare radicalmente prospettiva e approccio. Il merito, appunto, è della Serie B che già da questa stagione (comprese le scorse due) ha cambiato visione. La volontà è quella di lasciare da parte l’esclusività. Significa niente più asta per un solo concorrente maggioritario, ma aprire la Serie A (proprio come il campionato Cadetto) ad altri.
Serie B, la rivoluzione sui Diritti tv che intriga la Lega di A
La Serie B, quest’anno, è appannaggio di DAZN, Sky ed Helbiz. Questo implica una serie di possibilità che triplicano gli introiti: numeri alla mano, il campionato Cadetto lo scorso hanno ha incassato tre volte di più abbassando l’offerta e differenziando il materiale proposto. Non più una sorta di “monopolio”, ma l’apertura al ‘libero’ mercato con un tariffario prestabilito. Tradotto in cifre: 50 milioni di euro anziché i 27 degli anni scorsi. Una vera e propria rivoluzione che deve partire però dal contributo generale.
Devono, in altre parole, essere d’accordo i club: Galliani lo propose quando il Monza era ancora in B. La situazione potrebbe essere riproposta altrove, con l’auspicio di non avere le stesse criticità, ma trasformare i sospesi in occasioni da sfruttare. Una stessa fetta, in più parti, può voler dire accontentare tutti. In primis il consumatore. Non resta che aspettare. La fine della stagione in corso dirà qualcosa in più. Anche se il viatico da seguire sembra essere chiaro a tutti, occorre capire se potrà essere condiviso oppure no. A maggior ragione serve unità di intenti, non solo a parole.
