Ibrahimovic continua ad essere una delle ultime speranze per la squadra di Stefano Pioli. Un punto di riferimento per tentare di riprendersi come nel 2020.
Essere a 38 punti e al sesto posto in classifica, riporta il Milan indietro di anni, quando tutto era complicato e lo scudetto era un miraggio. Da quei periodi bui, sembra esser usciti alla grande grazie a Paolo Maldini, a Stefano Pioli e soprattutto a Zlatan Ibrahimovic. Tre moschettieri che avevano ridato ai colori rossoneri quella grinta, quella forza e quella voglia di vincere che ormai mancava ad anni.
Adesso, lo spettro del passato sembra ritornare in auge. Squadra lenta, impacciata, senza un’idea di gioco e con tanti giocatori infortunati o poco incisivi. Una situazione difficile da gestire, e che nessuno avrebbe mai voluto in questo momento soprattutto alla luce del fatto che la prossima settimana c’è l’importantissimo impegno di Champions League contro il Tottenham di Antonio Conte.
Ibrahimovic è l’ultimo jolly di Pioli
A prescindere da come andrà la competizione europea, ci sarà da capire come svoltare in campionato perché il rischio di non partecipare alla prossima Champions League è alto e il Milan non può permetterselo. L’unico, forse, che può rimettere le cose a posto o quanto meno aiutare Pioli di nuovo è Zlatan Ibrahimovic. Ebbene sì, che si voglia o no, lo svedese per estro, grinta e carattere ha già dimostrato di saper trascinare la squadra al successo. Lo ha già fatto in due occasioni con questa squadra. Nel 2020 contro il Bologna dove, con un suo gol si diede il via ad una serie di prestazioni convincenti e vincenti.
Fu così anche l’anno successivo dopo, grazie ai suoi gol, la squadra di Pioli vinse contro la Lazio candidandosi apertamente per la lotta allo scudetto. Un calciatore unico che, da quanto è tornato a Milano, statisticamente parlando, sia da titolare che partendo dalla panchina, ha quasi sempre influito positivamente sul risultato. Difatti, dai suoi gol e dai suoi assist sono scaturiti tra i 30 e i 35 punti a stagione. Dati importanti che, se venissero confermati anche stavolta, gli consentirebbero realmente di essere uno dei migliori attaccanti di tutti i tempi.