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Milan, Lukaku rossonero: più affari o flop con i cugini dell’Inter?

Dall'Inter al Milan: Pirlo, Ibra, Seedorf

Il Milan vende Tonali e pensa ad un colpo totalmente inaspettato, Lukaku potrebbe cambiare sponda del Naviglio? Il bilancio dei precedenti.

È un momento davvero particolare per i tifosi del Milan, che probabilmente si stanno chiedendo o forse addirittura staranno sperando che tutto quello che sta accadendo al club che amano sia solo un episodio molto realistico della serie Black Mirror, peraltro appena tornata con una nuova stagione. Invece è tutto vero, dopo il ritiro di Ibrahimovic, la cacciata di Maldini e la morte di Berlusconi, se ne va l’ultimo pezzo di “milanismo” rimasto, Sandro Tonali. Non finisce qui però, la situazione infatti assume i contorni dell’assurdo con i titoli dei giornali odierni che danno il Milan su Romelu Lukaku.

Dall'Inter al Milan: Pirlo, Ibra, Seedorf
Dall’Inter al Milan: Pirlo, Ibra, Seedorf e non solo. (tvplay)

Sfruttando la fase di stallo tra Inter e Chelsea, oltre ovviamente alla pioggia di sterline in arrivo da Newcastle, il Milan pare inizi a pensare anche ai rinforzi con la clamorosa svolta verso Romelu Lukaku, che tecnicamente è di proprietà del Chelsea, ma sentimentalmente è a tutti gli effetti considerabile un uomo dell’Inter.

Nella storia del derby meneghino non sono stati sicuramente pochi gli scambi, affari e voltafaccia tra giocatori rossoneri e nerazzurri. Il bilancio dalla sponda Milan sono senza dubbio più i ricordi belli rispetto a quelli negativi. Saltando tutta la parte di storia del calcio legata ai vari Giuseppe Meazza e Aldo Serena, ripercorriamo gli ultimi 20-30 anni e valutiamo la bontà dei cambi di maglia dal nerazzurro a rossonero.

Lukaku e i suoi fratelli, da Ganz a Ronaldo passando per Ibra

La nuova era di affari tra Milan e Inter ricomincia a tutti gli effetti nel 1997 con Maurizio Ganz, che in 2 stagioni nerazzurre era entrato molto nel cuore dei tifosi. Tanto da guadagnarsi il soprannome el segna semper lu. Una volta al Milan però si farà subito amare dai nuovi sostenitori, segnando (ed esultando) nel derby vinto dal Diavolo per 5:0 e per il ruolo chiave nello Scudetto del 1999.

Il testa a testa tra Lukaku e Ibra diventato murales. (ansa-tvplay)
Il testa a testa tra Lukaku e Ibra diventato murales. (ansa-tvplay)

Gli anni 2000 però sono un vero spasso per i milanisti, che acquistano a prezzo di saldo da un’Inter decisamente in confusione dal punto di vista gestionale, le colonne del centrocampo con cui costruirà l’ultimo grande ciclo. Andrea Pirlo e Clarence Seedorf, prima di diventare storia del calcio sono stati infatti due incompresi ad Appiano Gentile, il Diavolo ringrazia.

Dopo di loro ci fu la parentesi Ronaldo, che non fu “fenomenale” ma sicuramente utile per le rotazioni tra campionato e Champions fino al trionfo ad Atene nel 2007, ma soprattutto Zlatan Ibrahimovic, per cui la commozione rossonera la notte del suo addio vale più di mille parole.

I flop

Non solo gioie, ma i dolori tutto sommato sul fronte rossonero sono stati piuttosto relativi. Perché il Milan dall’Inter non ha preso solo presunti bidoni trasformatisi in campioni, o giocatori che hanno “fatto il loro” ma anche dei calciatori che erano palesemente sul viale del tramonto e che in rossonero semplicemente non si sono riscattati, ma in maniera tutt’altro che sorprendente.

Parliamo di Amantino Mancini, che già in nerazzurro era il lontano parente del funambolo visto a Roma, Bobo Vieri in parabola decisamente discendente. Sulley Muntari dopo aver fatto il triplete con l’Inter nel Milan è ricordato solo per un gol fantasma, mentre per Giampaolo Pazzini è già più difficile da giudicare, perché in un Milan così misero come quello in cui approdò le possibilità di fare bene erano davvero scarse.

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