Il senatore Pier Ferdinando Casini è intervenuto ai microfoni di TVPlay.
“L’ARBITRO DI BELLO INADEGUATO” – “Voglio parlare da tifoso. Io tifo per il Bologna, è nel mio cuore, nel mio dna dal 1963/64. Mi dispiace che questo episodio arbitrale sia capitato contro la Juve, che è una grande squadra e merita rispetto. Ieri è stata una cosa vergognosa per l’arbitro. Non voglio chiamare in causa la Juve. Chiamo in causa l’arbitro, se l’hanno fermato han fatto bene. Si danneggia la credibilità del calcio. Non voglio dire che gli arbitri italiani non sono all’altezza. Ho conosciuto arbitri eccezionali. In ogni movimento c’è qualcuno che è inadeguato”.
“IL VAR DOVEVA POTERE INTERVENIRE” – “Il Var doveva avere la possibilità di richiamare l’arbitro. E’ chiaro che sia un problema di buon senso. Ieri doveva poter richiamare”.
“AUTOREVOLEZZA NON E’ AUTORITARISMO” – “Vedo degli arbitri che interloquiscono e sono autorevoli. Il problema è avere chiaro che autorevolezza non è autoritarismo. Tante volte non accettano il colloquio con i giocatori. Credo la federazione abbia tutto gli strumenti per valutare. Torniamo a casa con un punto, potevamo tornare a casa con tre”
“CREDO IN MOTTA” – “Motta lo promuovo non solo per quanto fatto a Bologna ma anche a La Spezia. E’ stata una scelta importante. Ci credo e sono convinto il Bologna sia in buone mani. Zirkzee è un po’ leggerino, speriamo regga tutto il campionato, ma dal punto di vista del fraseggio è ottimo”.
“LA SUDDITANZA PSICOLOGICA ESISTE” – “La sudditanza psicologica esiste nella vita, oltre che negli arbitri. Uno che sa fare bene il suo lavoro non ha bisogno di essere arrogante, uno che è debole ricorre all’autoritarismo”.
“MANCINI? UNA PAROLA E’ TROPPA…”- “Stimo Mancini, è stato un grande giocatore e grande allenatore. Nonostante le ultime espressioni della Nazionale non siano state le migliori. Però ha vinto l’Europeo. A me è dispiaciuto molto quello che è successo. Non credo sia stato trattato in modo ignobile. La nazionale non è una squadra di club. Chi allena la Nazionale è un simbolo. Ci ha lasciato per passare all’Arabia Saudita. Una parole è poca e due son troppe”.