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AVV. PEZZANO: “POGBA, NON SARA’ FACILE PROVARE L’INVOLONTARIETA’. LA RESCISSIONE E’ UNO SCENARIO”

L’avvocato Gabriele Pezzano è intervenuto ai microfoni di TvPlay

“POGBA, NON SARA’ FACILE PROVARE LA NON INTENZIONALITA'” – “Pogba ha la possibilità di chiedere entro tre giorni l’analisi del campione b che eventualmente potrà  confermare o smentire le prime. Da quello che sta emergendo sembra sia stata rinvenuta questa pomata assunta. Questo sarebbe stato fatto senza comunicarlo ai medici sociali. Questo indispettisce la società ma ne garantisce l’estraneità. Le conseguenze si possono ipotizzare. La squalifica più grande è 4 anni, che ci sarebbe in caso di uso intenzionale. In caso di uso accidentale e inconsapevole le squalifiche sono inferiori, ma non è facile provarlo. Saranno da vedere anche le scelte difensive” 

“VERRA’ VALUTATO L’ATTEGGIAMENTO DI POGBA” – “Sarà valutato l’atteggiamento dell’atleta che racconterà la sua versione dei fatti. La dichiarazione della Pimenta tracciava la linea difensiva. “Non ha mai voluto violare le norme”. Si proverà a sostenere che non era a conoscenza della presenza di testosterone nel prodotto”. 

“LA RESCISSIONE E’ UNA POSSIBILITA'”– “L’accordo collettivo prevede la sanzione per doping e la possibilità di sospendere la retribuzione salvo la necessità di garantire il minimo sindacale. Sembrerebbe essere già stata colta come possibilità dalla Juventus. Poi ogni contratto ha una clausola risolutiva in queste situazioni.  Evidentemente c’è un rapporto tra la prestazione del calciatore e l’erogazione dello stipendio. Se una delle due viene meno è giusto che la società che possa tutelarsi. E’ sicuramente uno scenario. Dal punto di vista della società che ha l’esigenza di rimettere a posto i conti e tutelare l’immagine prendere le distanze dal calciatore è una mossa significativa”. 

“NEL CASO BONUCCI SI SCONTRANO DUE LINEE DI PENSIERO” – “C’è differenza di vedute da anni tra associazione italiana calciatori e Lega. La prima dice che i calciatori devono avere tutti le stesse possibilità e non possono essere messi fuori rosa, i secondi invece ribadiscono la necessità dei club di tutelarsi. Le dichiarazioni di Bonucci sono sovrapponibili a questa linea dell’associazione calciatori. Lui stesso ha detto di farlo non tanto per sé stesso ma per chi è nella sua condizione senza le sue possibilità. Sarebbero stati lesi i suoi diritti. L’associazione calciatori dice che si ha il diritto di allenarsi nelle migliori condizioni sino all’ultimo secondo utile anche se si deve essere ceduti. L’altra parte dice che invece se si è fuori dal progetto si possono fare allenamenti particolari. A volte questa cosa viene usata per forzare la mano e far capire ai giocatori di essere fuori dal progetto. Rischi di questa situazione? La società si vede di nuovo trascinata in una nuova vicenda para giudiziaria. Rischio anche per il calciatore, che è stata una bandiera della squadra per anni e ha chiuso la porta per un eventuale ritorno futuro in società. La parola mobbing è forte in questi casi. Facciamo fatica ad accettare questa etichetta. Non sappiamo esattamente quali comportamenti lamenta Bonucci. Si cerca probabilmente di suscitare più clamore”. 

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