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Italia, l’era-Spalletti passa dal centravanti: sei nomi per una maglia

Spalletti

L’Italia torna in campo con la pausa del campionato: la qualificazione passa dalle due sfide con Malta e Inghilterra, ma come siamo messi con il discorso-centravanti?

Se l’era Mancini era stata fortemente indirizzata dalla mancanza di un centravanti di ruolo che sapesse prendere sulle spalle la squadra, adesso con il cambio al timone Luciano Spalletti dovrà ripartire esattamente da lì.

E se un centravanti effettivamente è andato in rete al debutto del nuovo commissario tecnico contro la Macedonia, non è successo lo stesso nella prima vittoria del mister di Certaldo, quella contro l’Ucraina per 1-2, dove in entrambi i casi è andato in rete Davide Frattesi.

Italia e centravanti: come siamo messi?

Gli azzurri, quindi, sono ancora alla ricerca di un centravanti che permetta di segnare con continuità e trascinare la selezione ai prossimi europei.

Spalletti

E il primo nome, senza possibilità di replica, è Ciro Immobile: il centravanti napoletano di proprietà della Lazio è stato indicato come uno dei principali colpevoli della mancata qualificazione a Qatar 2022.

L’accusa? Quella di segnare con una continuità disarmante in campionato, ma di non centrare mai la porta con la maglia azzurra. I dati parlano per lui di 17 reti in 57 gare totali, ma Spalletti lo ha già responsabilizzato dandogli la fascia di capitano e rendendolo titolare inamovibile anche in vista di Germania 2024.

Discorso diverso per Retegui: l’italo-argentino è stato lanciato ufficialmente da Roberto Mancini, che lo ha scoperto e convinto a naturalizzarsi. Con l’Italia ha giocato quindi solo quattro volte, ma ha segnato due reti, tenendo una media niente male.

La sua storia lo ha quindi poi costretto a lasciare il paese dell’albiceleste per trasferirsi da noi, con la maglia del Genoa, con qui ha segnato già 3 gol nelle prime 7 gare disputate.

Chi non ha ancora mai segnato con la divisa della prima squadra nazionale è Gianluca Scamacca: l’attaccante romano, oggi in forza all’Atalanta, ha giocato undici volte, senza mai festeggiare una rete.

Era avvezzo, invece, a farlo nelle minori, con un’incredibile media fra under 15 e under 21 di 36 reti siglate in 79 match totali: niente male per un calciatore che deve ancora iniziare a fare sul serio fra i grandi.

E’ rimasto a casa questa volta Andrea Belotti, nonostante la sua partenza importante in maglia giallorossa: cinque gol e due assist nelle prime nove stagionali e tutti praticamente da subentrato lo rendono un profilo interessante, specie se si pensa che negli anni a Torino è riuscito a segnare 100 gol nel massimo campionato.

Nemmeno in nazionale la sua media è così tanto negativa: se già nelle varie under aveva dimostrato di saperci fare, con un totale di 15 reti su 35 gare, in prima squadra ha segnato dodici volte in quarantaquattro match, di cui – di questi – appena 22 dal primo minuto.

Per l’esclusione del Gallo, è stato invece chiamato il giovane Moise Kean, ancora 23enne: stella dell’under 21, con cui ha segnato più di un gol ogni due gare, non ha fatto malissimo nemmeno in prima squadra con 4 reti in 12 match.

Eppure il nome più interessante, che è anche quello che Spalletti sembra preferire, è Giacomo Raspadori: il trequartista ex Sassuolo non è una punta, ma il mister di Certaldo lo vede solo come falso 9 con gli azzurri. Parabola strana la sua, considerando che con i campani non giocava moltissimo e che invece adesso sembra essere indicato per diventa, col medesimo mister, il futuro dieci della nazionale.

Tanti giocatori, molti giovani, altri esperti, pronti a prendersi sulle spalle la maglia azzurra.

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