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KAREL ZEMAN: “INSIGNE, IMMOBILE E VERRATTI? E’ STATO BRAVO MIO PADRE A CREDERE IN LORO”

Pescara

Karel Zeman, allenatore con esperienza passata alla Reggina e al Messina, è intervenuto ai microfoni di “Quelli della Serie C” in onda su TvPlay. 

“SEMPRE PIU’ DIFFICILE VEDERE GIOVANI GIA’ ALL’ALTEZZA DELLE PRIME SQUADRE” – “La forbice tra le società che possono investire e quelle che non possono farlo sta aumentando sempre di più. Anche il problema dei settori giovanili si fa sentire sempre di più e in prima squadra è difficile assistere a ragazzi già all’altezza”. 

“IL LIVELLO MEDIO DELLA SERIE C SI STA ABBASSANDO” – “La media qualitativa della Serie C si sta abbassando, se non per quelle quattro/cinque società che puntano a vincere mentre ce ne sono tante altre che danno l’impressione di puntare soltanto a campare”.

“REGOLA DEL MERCATO LIBERO DEGLI ALLENATORI MAL SFRUTTATA MA E’ UNA BUONA SOLUZIONE” – “Questa regola sul mercato libero degli allenatori solo in Italia non era in vigore. Essendo una novità ritengo che sia stata fin da subito mal sfruttata. Sembra quasi che adesso essere esonerati sia un premio. Se fosse sfruttata nei giusti modi secondo me può essere una buona soluzione: ci sono tanti esoneri ingiusti con tecnici costretti a restare a casa tutto l’anno. Molti di noi non pensano solo al guadagno ma sono guidati dalla passione di lasciare qualcosa a questo sport”. 

“INSIGNE ERA DISCONTINUO, SPINSE LUI PER LAVORARE ANCORA CON MIO PADRE” – “Insigne l’ha avuto mio padre a Foggia, prima di Pescara, ed era molto discontinuo. E’ stato il giocatore stesso a spingere per continuare a lavorare con mio papà nonostante dovesse andare al Crotone. A Pescara poi è cresciuto del mille percento, era diventato un altro giocatore ed era già ad un livello molto alto”.

“IMMOBILE NON ERA UN GOLEADOR, VERRATTI AVEVA CLASSE GIA’ A 15 ANNI” – “Immobile vedendolo giocare nelle prima partite non dava l’idea di essere un goleador, ma con la costanza e il grande lavoro durante gli allenamenti è riuscito a diventare quello che è poi stato per una decina d’anni. Verratti ha sempre avuto classe da quando aveva 15 anni. Mio padre l’ha spostato da trequartista a mediano davanti alla difesa e soprattutto si è rinforzato fisicamente visto che spesso si infortunava”. 

“HO LAVORATO SPESSO IN SOCIETA’ POCO AMBIZIOSE E POCO ORGANIZZATE” – “Non ho mai avuto la fortuna di capitare in società con grandi ambizioni. Ho sempre dovuto combattere per le piccole cose, per avere i palloni per poter allenare, per avere tute e un campo decente. Quando ci sono queste problematiche diventa difficile poi organizzare tutto il resto. Chiaramente laddove trovo club più organizzate sicuramente posso dare un contributo di gran lunga maggiore”. 

“ANNATA ALLA REGGINA RICORDO PIU’ BELLO, QUEST’ANNO HANNO ACCUSATO IL CONTRACCOLPO” “Uno dei ricordi più belli che ho nel calcio è senza dubbio l’annata alla Reggina. Allenare in una piazza simile per tutto l’anno è un qualcosa che non si dimentica facilmente. Era stata una stagione difficile con solo 15 punti guadagnati all’andata e 30 nel ritorno: non mollando mai siamo riusciti ad ottenere il nostro obiettivo stagionale. Quest’anno la Reggina è partita in ritardo e dopo i buoni campionati appena trascorsi penso che il contraccolpo si sia sentito. Il tifoso, che per me è sempre il vero proprietario del club, va sempre ascoltato e accontentato, nei limiti delle possibilità”. 

“MIO PADRE E’ STATO UN ESEMPIO PER TANTI ED E’ IL MIO MODELLO” – “Mio padre è un mito ed è la persona che amo di più al mondo. Nel calcio è sempre stato un esempio per tanti, non per tutti, ma lo è anche per me. Resta sempre il mio modello, nonostante abbia l’ambizione di cambiare qualcosa che ho imparato da lui. Credevo che a un certo punto, molto prima di adesso, lui avrebbe smesso e io avrei continuato ma invece si sta verificando l’esatto opposto: io a 46 anni sono a casa, lui a 76 è ancora in pista”. 

“CERCO NUOVA AVVENTURA CHE MI GARANTISCA PROFESSIONALITA'” – “Cerco professionalità e serietà. Mi rendo conto che negli ultimi anni ho allenato prettamente in Serie D ed è dunque difficile pensare di risalire senza vincere dei campionati, ma penso che la gente sappia che io sia più adeguato ad allenare tra i professionisti e non tra i dilettanti: è la storia che lo dice, sia nei risultati che negli effetti che produco sugli atleti da me allenati”. 

 

 

 

 

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