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Abraham vittima come Vlahovic: il non gioco di Mourinho e Allegri è fallimentare

Abraham e Vlahovic

Tammy Abraham, una vittima come Dusan Vlahovic: quando il non gioco di Mourinho e Allegri si trasforma in un deprimente fallimento 

Ancora una partita a secco per Abraham, protagonista contro il Napoli di una prestazione difensiva che lo ha visto calciare solamente una volta nei 63 minuti trascorsi in campo. Atteggiamento difensivo appunto, come del resto quello di tutta la Roma, una squadra rinunciataria, che ha preferito trascorrere oltre 90 minuti nella propria metà campo a non giocare, per impedire anche ai partenopei di attaccare come di consueto.

Abraham e Vlahovic
Abraham e Vlahovic (Ansa)

Un atteggiamento indegno per chi ama il bel gioco e crede che, anche contro un avversario più in forma di te, sia sempre lecito aspettarsi almeno un tiro in porta per provare a fare risultato. Così non è stato, ma l’anti-calcio Mourinhano non è riuscito neanche a portare a casa 1 misero punto. Per 80 minuti lo Special One è riuscito ad imbrigliare il Napoli, che non si è reso chiaramente protagonista della sua solita entusiasmante prestazione.

Il pensare troppo a limitare l’avversario, però, non è stata una strategia che ha pagato alla lunga e la rete di Osimhen nel finale ha premiato lo spirito azzurro, che sta stupendo da inizio stagione. Vittima indiscussa di questo modus operandi ormai lontanissimo dal calcio moderno, è sicuramente il sopracitato Tammy Abraham, autore di soli 2 gol in Serie A dall’inizio della stagione.

Mourinho come Allegri, il calcio anacronistico che ammazza gli attaccanti

Allegri e Mourinho
Allegri e Mourinho (Ansa)

A Roma si inizia a parlare di caso, perché quando il tuo centravanti non riesce neanche a centrare lo specchio della porta è lecito aspettarsi di più. L’attaccante inglese non sembra in grado di sopperire all’assenza di Dybala, ma come potrebbe quando l’unico scopo della tua squadra è lanciare il pallone per delle spizzate di testa, sfruttare calci da fermo e trascorrere il resto della partita a difendere?

Analogie con Dusan Vlahovic, un’altra vittima di quanto si sta vedendo da oltre un anno a Torino. Perché il “corto muso” è un’idea inapplicabile al calcio moderno, se non in rare circostanze e, soprattutto, solo se coadiuvato da un minimo di propensione offensiva. I dati parlano chiarissimo: 14 partite giocate da entrambi (788 minuti in Serie A per Abraham, contro gli 863 di Vlahovic), l’inglese ha segnato solamente 2 reti, mentre il serbo 7.

Vlahovic, oltre che dal dischetto, si è inventato anche due gol su calcio di punizione, una novità ed un’arma in più rispetto al suo collega, ma sulla tecnica del centravanti juventino c’erano sin da subito pochi dubbi e anche pochi paragoni con il giallorosso. Quello che allarma maggiormente è che Abraham in campionato ha realizzato una rete ogni 772 minuti, mentre Vlahovic una ogni 854. Entrambi sono figli di un non gioco, che li sta portando ad isolarsi, a ricevere pochissimi palloni giocabili e a diventare un vero e proprio caso.

La tabella di Understat.com ci viene in soccorso, mostrandoci alcuni dati ancora più interessanti: per Vlahovic 0.63 gol ogni 90 minuti, 0.61 di expected gol, 3.23 tiri a partita e 1.15 di passaggi chiave ogni 90 minuti. Di contro Abraham “vanta”: 0.23 gol a partita, 0.64 expected gol, 3,08 conclusione a gara e 1.37 per i passaggi chiave.

Certo, i numeri non sono tutto, ma il paragone con Osimhen (infortunato per 40 giorni) o il capocannoniere Marko Arnautovic è quasi impietoso. Mourinho e Allegri hanno fallito e stanno privando della gioia del gol i propri centravanti, che, tenuti in considerazione anche tutti i limiti possibili, sono certamente ben lontani dal loro reale rendimento, che sembra ormai un lontano ricordo.

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