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De Paola a TVPLAY: “Gravina e Mancini dovevano dimettersi, vi dico la prima riforma da fare”

Paolo De Paola

Il giornalista Paolo De Paola, ex direttore di Tuttosport e Corriere dello Sport, ha parlato della Lega Serie A e dei problemi del calcio italiano ai microfoni di calciomercato.it in onda su Twitch TvPlay. 

Durante la diretta Twitch di Calciomercato.it su TvPlay, il giornalista Paolo De Paola, ha detto la sua sui problemi del calcio italiano. Queste le sue parole.

Paolo De Paola
Paolo De Paola a TvPlay

LITIGIO IN LEGA – “Ci sono certe dinamiche della Lega che soggiacciono a rapporti di forza e alleanze. Una volta De Laurentiis e Lotito erano alleati, questo rapporto poi con il tempo penso si sia un po’ rotto e in questo momento si coglie la palla al balzo e si litiga. Manca alla Lega però una linea strategica che porti da qualche parte, non c’è mai stata per la Media Company, per Beretta, per tanti argomenti, c’è stata sempre una grande litigiosità che agli occhi della gente è inspiegabile. Quindi capita che il presidente di turno urli perché rileva delle alleanze e delle cose che non vanno. Una volta c’era un collega, Fulvio Bianchi, che era bravissimo a spiegarci certe dinamiche. Ora in questo momento con la pandemia, un mondiale discusso e altri eventi c’è anche poca voglia di capire che dinamiche si stiano sviluppando”.

UNA LEGA CHE FATICA A PORTARE AVANTI RIFORME – “Tutto il calcio italiano negli ultimi anni è andato in una direzione che era quella di fare la guerra a Lotito, perché a sua volta aveva dichiarato guerra al calcio italiano perché voleva prendersi tutto e ce l’aveva fatta, mettendo lì Tavecchio e mettendo lì Ventura che non aveva i prerequisiti per fare il ct. Voleva mettere Cicala. Le magliette della nazionale con cui scendeva in campo appropriandosi di simboli che non gli appartenevano. Alla fine, cos’è successo, che nelle battaglie ci si è aggrappati a Gravina, ma non è che lui non abbia responsabilità nella seconda eliminazione alle qualificazioni Mondiali o nel caso D’Onofrio. Doveva andarsene già da mesi, lui come Mancini. È vero che l’AIA è un organo terzo e dopo Calciopoli ha acquisito un ruolo ancora maggiore, ma la massoneria nella classe arbitrale non la scopriamo ora, può essere buona o cattiva, ma non rende trasparente il tutto. Possibile che non si possa fare una pulizia? Se tu, presidente federale, non ti dimetti, anche se non hai il controllo dell’AIA, davanti a un caso come quello di D’Onofrio… non puoi non dimetterti, perché chi è deputato al controllo degli arbitri è un delinquente”.

COME RISOLVERE I PROBLEMI – “Il primo provvedimento dovrebbe essere abrogare la legge Melandri, che ha ingabbiato tutto un sistema, diventato un sistema su base larga e che fa diventare presidenti federali personaggi discutibili, sicuramente non dei manager e che hanno interesse talvolta anche familiari. Tu abolisci quella legge, con una ripartizione balzana, e riformi lo statuto. Manca questo tipo di riforma, non ci vuole molto”.

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