L’accesso del Milan alla prossima edizione della Champions League è in bilico: ecco le conseguenze di un Diavolo in Champions o in Europa League
Un Milan in cerca di conferma dopo il successo con il minimo scarto (match winner l’immarcescibile Olivier Giroud) e non accompagnato da una convincente prestazione si rituffa nel campionato dopo la vittoria, sempre per 1-0, contro il Tottenham di Antonio Conte, primo round del doppio confronto valido per gli ottavi di Champions League.
Nel “derby del cuore” contro il Monza, in programma stasera, all’U-Power Stadium, con fischio d’inizio alle ore 18.00, non sono ammesse distrazioni o amnesie: troppo importante la posta in palio per i rossoneri. Quindi, bando ai sentimenti e alla riconoscenza verso la ex coppia d’oro milanista, Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, rispettivamente patron e Amministratore Delegato del club brianzolo, la più vincente nella storia rossonera (tra gli trofei, 5 Coppe dei Campioni/Champions League), e testa all’unico risultato accettabile: la vittoria.
Milan, Champions si o no: le conseguenze economiche e tecniche
Un risultato diverso, infatti, allontanerebbe il traguardo dell’accesso alla prossima edizione della Champions League. Al momento i rossoneri occupano la quarta piazza in classifica, al labile confine tra la Champions e l’Europa League, per di più in coabitazione con un’arrembante Atalanta e una Roma di uno “Special…ista” della “Coppa dalle grandi orecchie” come José Mourinho.
Due poltrone per…tre, dunque troppo rischioso fare calcoli e accontentarsi di un pari anche contro una compagine in salute come quella brianzola. Da qui alla fine del campionato i rossoneri devono provare a vincere il maggior numero di partite per non fallire la qualificazione alla prossima Champions League. Catastrofiche le conseguenze, infatti, in caso di retrocessione in Europa League sia in termini economici che societari.
Tanto per dare l’idea della diversa dimensione economica della meno nobile Europa League i rossoneri potrebbero incassare 20 milioni di euro complessivi tra partecipazione, marker pool, ranking e botteghino, poco più del doppio dei 9.1 milioni di euro dell’incasso del match contro il Tottenham, record assoluto in Italia, che ridato fiato alle casse rossonere.
Ma pesanti ricadute ci sarebbero anche sull’assetto societario. Con il pass per la Champions verrebbe rinnovata la fiducia in tutti i vertici e con i milioni che garantirebbe la sola partecipazione verrebbe imbastita una campagna di rafforzamento all’altezza delle ambizioni e del blasone del Diavolo.
In caso contrario, sarebbe divorzio da Stefano Pioli e con Paolo Maldini e Frederic Massara, già sul banco degli imputati per un mercato estivo dispendioso e inefficace, che vedrebbero ridimensionato il loro ruolo di responsabili dell’area tecnica. Eppure l’inevitabile addio al tecnico dell’ultimo scudetto non sarebbe l’unico: senza la Champions si “aprirebbero le stalle”, con la conseguente grande fuga dei “buoi”, pardon, dei “big” rossoneri, in primis Rafael Leao le cui possibilità di permanenza sarebbero pari a zero.
