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Juventus, Allegri a rischio: i motivi per cui è giusto esonerarlo

Allegri esonero

Con la stagione che volge al termine, i bilanci mettono in evidenza il disastro di Massimiliano Allegri dopo le due stagioni in bianconero e tutti i suoi numeri negativi.

L’allegri-bis non è andato bene e adesso quelli che dicevano che le minestre riscaldate non portano mai a niente sono tutti impettiti con i loro “ve l’avevo detto”. Eppure tutt’ora, in attesa che la Juventus decida cosa ne sarà del futuro della guida tecnica, il mister non smette di affermare in conferenza stampa di esser fiero del lavoro svolto e che molte colpe vanno attribuite alla penalizzazione.

Allegri esonero
Juventus, Allegri a rischio: i motivi per cui è giusto esonerarlo – (LaPresse, TvPlay)

Non è completamente sbagliato quello che dice l’allenatore toscano, con la sua vecchia signora che senza il malus sarebbe a 69 punti, alla pari con l’Inter terza e con due punticini di margine sul Milan (oggi quarto ma che invece sarebbe diretto verso l’Europa League).

E invece l’udienza ha salvato l’annata a Stefano Pioli e ha condannato quella di Max, che ora trema sulla graticola, in attesa di sapere se la sua compagine giocherà l’Europa, la Conference o nessuna competizione su direttiva di Ceferin.

Il fallimento di Allegri: addio scontato?

L’obiettivo finale, ora, è battere l’Udinese, così da chiudere aritmeticamente fra le prime quattro, presentandosi dalla dirigenza con questo in curriculum, anche se poi le ambizioni erano tutte un altro paio di maniche: il gruppo squadra formato ad inizio anno era stato messo in piedi per vincere lo scudetto e le parole di Allegri, che al contrario affermavano come se avesse voluto vincere non sarebbe tornare a Torino, non sono affatto state di gradimento della società.

Allegri esonero
Juventus, Allegri a rischio: i motivi per cui è giusto esonerarlo – (LaPresse, TvPlay)

In primis perché in due anni (considerando il lordo) la squadra strisciata ha investito circa 250 milioni di euro sul mercato, divenendo inoltre la compagine con il monte ingaggi più alto della Serie A e con l’allenatore più pagato del campionato (nove milioni l’anno bonus compresi, fino al 2025).

Pensare che nelle ultime due stagioni, il Milan, la seconda squadra ad aver speso di più, ha sborsato 100 milioni in meno. Quindi Atalanta e Napoli. Addirittura l’Inter ha messo a bilancio a lordo un passivo di 120 milioni, ben 130 in meno della vecchia signora.

Stesso discorso vale per il monte ingaggi attuale: quello dell‘Inter, che ha vinto due trofei e giocherà la finale di Champions, è inferiore di 20 milioni. Quello del Napoli campione d’Italia è di appena 70, inferiore di 86 rispetto ai rivali bianconeri.

Da non dimenticare, inoltre, che l’arrivo di Allegri servì per sostituire la stagione di Andrea Pirlo, non abbastanza soddisfacente ma che comunque portò a Torino due coppe.

Gli arrivi di calciatori come Vlahovic, Pogba, Bremer, Kostic, Paredes, Di Maria e Milik obbligavano ad alzare l’asticella e, tralasciando la penalizzazione, prima dell’esplosione del caso-plusvalenze, comunque la classifica diceva 13 punti nelle prime 9 partite, con l’eliminazione dal gruppo di Champions League e con 5 sconfitte in 6 gare.

Sì, la Juventus era da scudetto e no, tornare in bianconero pensando di vincere non sarebbe stato da folli. Sì, Massimiliano Allegri ha gestito benissimo la surreale situazione legata alla giustizia sportiva, ma no, non è tutta colpa della penalizzazione.

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