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Razzismo in Serie A, De Siervo traccia la linea: la soluzione

Razzismo

Razzismo sempre al centro dell’attenzione del calcio italiano che sta provando ad affrontare una situazione sempre più critica.

Per un Paese come l’Italia dove il calcio è vita ed è uno dei motori principali dell’economia, pensare che ci sia un problema così importante come il razzismo non è semplice da accettare. Un qualcosa del genere, non è il massimo in una società moderna dove vi dovrebbe essere il rispetto per tutti. Eppure, anche in uno sport si assistono ad insulti nei confronti di calciatori di colore. Passano gli anni, cambiano le regole, le società vengono multate ma le abitudine di alcuni tifosi non cambiano.

Le offese verso alcuni tifosi rimangono, danneggiando così sempre di più l’immagine del Bel Paese e di quel sistema calcio che per anni ha comandato in Europa e che adesso annaspa senza riuscire più a riprendersi. Per quanto si possa pensare a strategie di marketing, nuove riforme di campionato e regole di calciomercato, se non muta il pensiero del tifoso il danno rimarrà lo stesso ingente e sarà difficile riprendersi.

Razzismo. il pensiero di De Siervo

In effetti, il problema è alquanto serio e rischia di danneggiare non poco l’immagine del calcio italiano che da anni ormai cerca di rivalutarsi senza però riuscirci in pieno. Una problematica che è sintomo anche di una società che con gli anni non è progredita sotto determinati aspetti e che, in determinate circostanze, vede ancora oggi il calcio come un modo per sfogare i propri istinti primordiali nel peggior modo possibile.

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Serie A pronta a lottare contro il Razzismo (La Presse, TVPlay)

A parlare proprio della questione del razzismo e a tracciare delle soluzioni per tale questione ci ha pensato l’amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo che a margine del convegno ‘Calcio social responsibility – strategia 2030’ a Milano, ha parlato di voler introdurre il riconoscimento facciale all’ingresso degli stadi per identificare con certezza i responsabili di comportamenti razzisti o violenti.

Un qualcosa che potrebbe avvenire soltanto se, al momento dell’acquisto del singolo biglietto o dell’abbonamento, il tifoso firma una liberatoria per l’utilizzo dei propri dati biometrici. In questo modo, i dati sarebbero utilizzati solo per determinati scopi, come l’apertura dei tornelli all’ingresso dello stadio. Una soluzione alquanto interessante, che però finora ha incontrato non pochi problemi nella sua attuazione per via delle norme vigenti legata alla privacy. Nonostante ciò, la Lega Serie A pensa di riuscire a vincere questa volta la battaglia perché, la lotta al razzismo ha la priorità su tutto.

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