Antonio Barillà, giornalista de La Stampa, è intervenuto a Calciomercato.it su Tv Play
La vittoria della Juventus nel derby è un segnale di guarigione? “Non può essere considerata una guarigione perché le contraddizioni precedenti sono troppe per pensare che basti una partita sola. Ha avuto altri momenti in cui ha vinto con poi cadute fragorose, quindi c’è da stare attenti, c’è bisogno di una continuità clamorosa d’ora in avanti, perché la Champions è quasi compromessa e il ritardo in campionato è importante. Il segnale lanciato però è importante, il gruppo è unito. A meno che non si sia recitato da Oscar con l’abbraccio finale e con la voglia di uscire dalle difficoltà durante la partita, il gruppo c’è. Ahimè però i problemi sono più ampi e profondi”.
Cosa ne pensi della questione terreno di gioco sollevata da Sarri? “Il prato è una delle tante componenti su cui siamo in ritardo. Siamo in ritardo sulle strutture nel complesso, come sicurezza e nella gestione lato pratico del campo. Un terreno che prima poteva tranquillamente reggere una partita a settimana oggi che ne ospita tre fatica a tenerle, è normale. Bisogna adeguarsi per lo spettacolo e per la sicurezza dei giocatori, per ora non abbiamo avuto infortuni direttamente legati con i terreni, ma bisognerebbe prevenire. Anche Mourinho si lamentò del terreno di gioco. E’ giusto parlare della tematica per risolverla, non per parlare poi di nulla come siamo soliti fare in Italia”.
Basta l’unità di intenti dei giocatori per compensare il fatto che il gioco in campo latiti? “L’unità di intenti viene prima di schemi e tattica. Sono state settimane di critiche anche troppo feroci nei confronti della Juventus. I giocatori hanno dimostrato che forse si è esagerato sotto alcuni punti di vista. Poi in campo sì ci sono ancora dei problemi, il gioco ancora latita. Bisogna vedere quanto il gioco che latita incide però su certe figuracce, ci sono partite dove anche con un gioco che latita dovresti vincere. Poi c’è una mollezza pericolosa nei contrasti, ne perdono tanti. Credo poi manchi ancora un forte lavoro di verticalizzazione, ma nel derby si è vista per la prima volta una sovrapposizione tra le fasce e la linea della mediana, questo può portare a trovare delle alternative. Le fasce hanno impedito di trovare alternative quando mancava la verticalità, Alex Sandro ha fatto la prima partita all’altezza, Kostic ha fornito l’assist ma ancora non basta. Quando si trovereranno gli equilibri in mezzo e rientreranno gli infortunati penso che si troverà la quadra”.