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Last minute Marocco, come nascono e crescono i Leoni dell’Atlante

Marocco Qatar

Marocco nella storia, ma la parabola della compagine dei Leoni dell’Atlante comincia da molto prima del Qatar: come nascono i fuoriclasse.

I sorrisi di un popolo, i sacrifici di una comunità. Il Marocco riscrive la storia del calcio trovando una semifinale che rimarrà negli annali. Una corazzata, quella marocchina, in grado di ridimensionare i giganti sul proprio cammino: quello che ha fatto la compagine va oltre ogni aspettativa. Il Marocco non ha solo ribaltato il pronostico, ma ha cancellato gli stereotipi.

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Il Marocco fa l’impresa in Qatar (ANSA)

Quelli che non ti aspetti, così come è inaspettato vedere le strade piene in Italia per una partita del Mondiale. Festeggiano tutti, fra Roma e Milano, coloro che rappresentano la comunità marocchina nello Stivale. Seconde generazioni solo per una sintesi di comodo perchè, oggi, la scena la rubano loro. Tutto sa di impresa, ma come comincia la parabola di questa Nazionale? In primis non è un successo marginale, ma figlio di sacrifici che vanno avanti da almeno vent’anni: l’ultima volta che il Marocco ha partecipato a un Mondiale.

Marocco, il ruggito del Leoni dell’Atlante

Nel 2009 la svolta: viene fondata l’Academy del Re. Un centro nevralgico dove mettere in correlazione i campioni con le realtà nazionali e circostanti. Successivamente arrivare altrove, dove gli altri sognano di essere: il Marocco, infatti, con l’andare del tempo, diventa un brand credibile sul piano calcistico. I campioni di categoria cominciano a popolare anche i campionati europei: un’esportazione costante e produttiva come dimostra – tra gli altri – Amrabat della Fiorentina. Nasser Larguet viene preso come modello solo oggi, ma arriva dal settore giovanile del Marsiglia: c’è un po’ di Marocco ovunque, nel calcio è quel particolare prezioso che alimenta i sogni di tutti. Gli appassionati in pole, ma anche i curiosi che vogliono capire e magari agevolare nuovi orizzonti non sono da meno.

Qatar Marocco
I Leoni dell’Atlante ruggiscono al Mondiale (ANSA)

L’Academy è stato il punto di partenza, poi sono arrivati i finanziamenti: 13 milioni di euro per cominciare, successivamente una fitta rete di contatti. Italia, Germania, Spagna e non solo. Calciatori – tutti – cresciuti con l’ambizione della Nazionale e la convinzione che ogni club possa forgiare le personalità attraverso volontà e rischio in nome di grandi palcoscenici. 481 i nuovi stadi sul territorio marocchino. Significa che, dal 2009, la passione per il calcio non si è solo espansa ma è diventata capillare.

40 milioni di abitanti stretti in un lungo abbraccio e aggrappati a qualche nome: El Nesyri, Ounhai e Aguerd. Per citare i più rappresentativi, ma l’effetto Marocco si disperde a macchia d’olio. Nessuno può fermare i Leoni dell’Atlante: basta vederli giocare per capire il perché. Loro non vincono solo partite, offrono – soprattutto – dimostrazioni a chi era già pronto a scommettere su altro. Crederci è il primo passo, loro l’hanno fatto, in attesa dell’ultimo che cambierebbe la storia di una competizione e un sistema con troppi standard e poche sorprese. Quella che oggi è una conferma era nata con l’etichetta di outsider, ma fuori – fin qui – ci sono andati gli altri.

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