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Morabito a TVPlay: “Giroud non ha mai pensato di lasciare il Milan. Punta ai trofei”

Vincenzo Morabito è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it in onda su TVPlay. Sul tavolo di discussione in particolare Olivier Giroud.

Vincenzo Morabito, membro dell’ entourage di Giroud e agente FIFA, è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it in onda su TVPlay. Queste le sue parole:

SU GIROUD E LE VOCI SULL’EVERTON – “Posso solo dire che non ha mai voluto pensare di andare via dal Milan. C’è un bel rapporto con il club e con i tifosi. Quello che viene fuori dall’Inghilterra sono situazioni che vorrei evitare di commentare. C’è un contratto fino a Giugno. Il Milan stesso non ha mai preso in considerazione di separarsi dal giocatore. Fa sempre piacere che un giocatore dato quasi per finito a quest’età va al mondiale e fa 4 gol. In campionato sta dando molto, lo scorso anno è stato decisivo e ha dato tanti punti al Milan. Fa gol sempre pesanti. Ora c’è il derby e vediamo cosa succede. Lui ha sempre fatto bene contro l’Inter. Rinnovo? Non dipende da lui”

SU GIROUD E L’INTER – “C’era l’accordo con l’Inter, poi hanno preso tempo ed è arrivato Eriksen. C’era ancora Conte. Non si è più fatto ed è andato al Milan. C’è sempre questa cosa karmika.”

SULL’AVERE ASSISTITO BANDIERE – “Giroud, Materazzi, Stankovic, Gattuso…contano molto sul girarsi e vedere la bacheca piena di trofei più che sui soldi. Giusto guadagnare, ma non è che non hanno guadagnato. E’ bello vincere. Alla fine vai in campo per competere. Ci sono altri che han dato priorità ai soldi. Olivier ha azzeccato tutte le feste. Il Milan gli ha consentito di tornare in campo al mondiale”

SUL FFP, IL CHELSEA E IL CALCIO ITALIANO – “Il Chelsea ha speso tanto? L’unica cosa positiva è che li hanno ben distribuiti, son tutti soldi che vanno nelle varie leghe. Hanno distribuito ricchezza ad altre leghe. Hanno investito su giocatori giovani. Il FFP non funziona? Bisogna mettere una regola che valga. Il FFP viene sorvolato. Però mi chiedo perché la Premier ha un ruolo autonomo. Come mai loro ci sono arrivati e noi ci siamo staccati? Appena 20 anni fa eravamo lontani noi. Vuol dire che abbiamo lavorato male noi, i club. In Inghilterra hanno puntato sul mercato unico”

SUL MILAN – “Abbiamo visto la difficoltà tra il management amministrativo e sportivo.  Gli extrafond hanno determinato anche nel caso Zaniolo che il Milan non è riuscito a prendere il giocatore che il management voleva. Si dovranno adattare i direttori. L’anno scorso hanno vinto. Si riesce a combinare obbiettivi finanziari e sportivi. Lo stadio è determinante, come anche per altri club. Prendi la Roma, se non fa lo stadio la proprietà tra un po’ se ne vanno. E’ una sconfitta della politica. Come calcio italiano siamo frenati da queste scelte assurde”

SULLA PREMIER LEAGUE – “Perché dobbiamo mettere dei limiti alla Premier anziché dire “se ce l’hanno fatta loro ce la facciamo anche noi”. Dobbiamo seguire l’esempio. Vuol dire che il calcio attrae anche a livello economico. Dobbiamo andare sulla scia degli inglesi. Non vedo perché porre dei limiti a chi ha fatto il lavoro bene”

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