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MAZZOLENI (EX ARBITRO): “BARCELLONA? IN SPAGNA STANNO PEGGIO DI NOI. SULLA MIA DISMISSIONE…”

Mario Mazzoleni, ex arbitro, intervenuto ai microfoni di TVPLAY_CMIT.

“BARCELLONA? IN CONFRONTO NOI SIAMO DILETTANTI” – Quello che è successo a Barcellona? C’è chi sta peggio di noi…io pensavo fossimo messi male, e invece ho scoperto che in Spagna stanno peggio di noi. Abbiamo scoperto ad inizio anno di avere un responsabile della procura arbitrale che si occupava di tutt’altro tranne che di procura arbitrale, ed è stato anche questo arrestato con qualche chilogrammo di droga in macchina. Ovviamente un terremoto abbattuto, giustamente, sull’associazione arbitri, che non poteva e non doveva non sapere di queste cose. Però adesso di fronte a quello che ho letto di questi giorni a Barcellona penso che sia una cosa da dilettanti. Metti a capo di una procura arbitrale, non un ruolo da poco, una persona e hai il dovere di accertarti. Non possono far credere che il tutto avvenga con un’auto certificazione dove uno attesa che non ha mai avuto precedenti penali. Questo di precedenti penali ne aveva avuto anche qualche annetto fa. In un ambiente piccolo come quello dell’AIA…l’ambiente deve essere credibile. Interessano poco società e bilanci…la società italiana arbitri deve essere al di sopra delle parti e credibile”.

“CAMPIONATI DEL BARCELLONA POTREBBERO ESSERE IRREGOLARI” – “Se si può escludere che siano falsati i campionati del Barcellona? Direi di no. Se sono stati regolari non lo potremo sapere mai. Scevri da ogni sospetto no. C’è un sospetto più che legittimo. La gravità sta nel fatto che li i soldi sono stati percepiti, diventa un reato anche dal punto di vista penale immagino. Mentre in Italia le due cose erano scollegate. Il capo della procura degli arbitri non ha percepito soldi legati all’ambiente arbitrale, sportivo, calcistico. Faceva un qualcosa che nulla centrava con il calcio ma che certamente ha leso l’immagine dell’AIA. Ma sono scollegate. Un conto è prendere soldi dalla società sportiva, diverso è occuparsi del commercio di sostanze stupefacenti”.

“LOTITO NON E’ RESPONSABILE DELLA MIA DISMISSIONE” – “Non ho mai legato la mia dismissione alla persona di Lotito. Mai avrete sentito dalla mia bocca parlare di lui. Parlai del disegnatore in quegli anni, e lamentai un condizionamento che subivamo in quell’occasione, pagato poi a caro prezzo a fine campionato. Ma non era riferito unicamente alla Lazio. Sostenevo in quegli anni che c’erano alcune squadre e la debolezza dell’allora designatore, e mi dispiace e sembra brutto parlare di chi non c’è più, di dover assecondare a mio parere alcune società più blasonate delle altre con dei condizionamenti diretti o indiretti  agli arbitri. Che non avevo raccolto nella fattispecie di quella partita e avevo pagato caro scontrandomi pesantemente durante un paio di raduni a Coverciano con il designatore. Lungi da me pensare che il colpevole fosse Lotito”.

C’E’ INCONGRUENZA DA PARTE DELLE SOCIETA’ SUL METODO ARBITRALE” – “Arbitraggio delle italiane? In linea con le altre. Nè meglio, né peggio. Paradossalmente arbitrare in Champions è più facile arbitrare in Champions che in Italia. Numero interventi nettamente inferiore, bisognerebbe portare lo stesso in Italia. Quando parlano i dirigenti, calciatori e società dicono che lo vorrebbero, poi vedi le partite e ci sono le partite dove si protesta per falli che in Europa non verrebbero fischiati. Si fa fatica a digerire certe decisioni. Non ho mai capito la volontà. Se fischiare il meno possibile oppure fischiare. C’è incongruenza nel modo di pensare. Ci stiamo uniformando però ancora da lavorare”.

“VAR, QUEST’ANNO MENO CONTROVERSIE” – Quest’anno ci sono stati meno episodi controversi. Si sta correggendo il tiro e cercando uniformità di giudizio per una tecnologia che ha stravolto il modo di vedere il calcio. Tutto più legato a fotogrammi. Faccio fatica a digerire situazioni che sono più televisive che da campo, ma lo stanno usando meglio e questo giova a tutto il calcio italiano”.

“NON  MI SENTO DI ESCLUDERE SITUAZIONI SIMILI A BARCELLONA” –“Se escludo che altrove siano successe cose simili a Barcellona? Da ex arbitro ti direi in cuor mio lo escluderei. Sono un romantico del mondo del pallone. Ho vissuto quegli anni. Ho fatto parte di un gruppo importantissimo. Ma non metterei le mani nel fuoco per nessuno se non per me. Non mi sento più di escludere. Quello che è successo a Barcellona..ma anche a livello politico con la storia del Qatar. Non me la sento più di escludere. Stanno venendo meno delle certezze. Di fronte a questi fatti che stanno succedendo con una certa frequenza. Credo il mondo del calcio sia malato e corrotto, e non mi sento di dire che lo escluderei sia per il passato, che per il presente che per il futuro. Mi piacerebbe poterlo affermare, ma posso farlo per quanto mi riguarda. Negli anni che ho vissuto alla Can non ho mai avuto modo di pensarlo. Ma  in questo periodo ne sono successo di ogni”.

I TIFOSI UNICA PARTE PULITA DEL CALCIO – “Quando mi chiedono su cosa succede e sul calcio di oggi non so cosa rispondere. Ammiro i tifosi che vedo passare e andare in curva. Sono l’unica parte pulita dello sport, al di là di qualche scazzottata ogni tanto. I tifosi sono la parte più pulita del calcio. Lo fanno senza interesse economico. L’unica parte del calcio mossa dalla passione. Molti presidenti dovrebbero prendere esempio”.

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