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Attento Chelsea, la spesa folle richiama l’attenzione della UEFA: cosa rischia il club

Chelsea

I tanti milioni spesi in occasione del mercato invernale, hanno fatto finire il Chelsea nel mirino del Financial Fair-Play: la situazione.

Milioni su milioni, come se le disponibilità economiche fossero praticamente infinite. Il Chelsea, durante le ultime due sessioni di mercato, ha speso la pazzesca cifra di quasi 500 milioni di euro. Un numero a dir poco astronomico, che ha superato il precedente record del Manchester City (stagione 2017-18) di 380.

Chelsea
L’allenatore del Chelsea Graham Potter (TvPlay.it)

In estate sono infatti arrivati, fra gli altri, Koulibaly dal Napoli (40 milioni) e Sterling dal City (56), oltre a Fofana (80) e Cucurella (65). A gennaio invece, sono arrivati Mudryk (70), Badiashile (38), Madueke (35), Malo Gusto, terzino destro diciannovenne dal Lione (35) ed infine il colpo grosso: Enzo Fernandez. I Blues per il centrocampista argentino hanno staccato un assegno da ben 120 milioni di euro per pagare la clausola rescissoria al Benfica.

Chelsea, nel mirino del FPF

Con quello che sta succedendo in Italia, con la Juventus invischiata nel processo per le plusvalenze fittizie, viene dunque naturale chiedersi come sia possibile che il Chelsea possa permettersi di spendere così tanti soldi nel mercato. Uno dei vincoli previsti dal “Fair Play Finanziario” è l’obbligo di presentare un pareggio di bilancio al termine dell’anno contabile.

Chelsea
(TvPlay.it)

Il Chelsea nell’ultima stagione ha fatturato circa 568 milioni. Cifra che renderebbe impossibile raggiungere il pareggio di bilancio avendo speso solamente di cartellini praticamente 500 milioni, se non di più. E quindi come fa il Chelsea a ‘dribblare’ questi vincoli? Il nuovo proprietario dei Blues, Todd Bohely, proviene dal baseball, e da lì ha importato in Premier League un modus operandi in voga nello sport più amato d’America.

Moltissimi dei nuovi acquisti, infatti, hanno firmato contratti lunghissimi, anche di quasi 10 anni. Cucurella e Chukwuemeka, ad esempio, fino al 2028, Fofana al 2029 e Mudryk 2031. Il costo del singolo calciatore pesa a bilancio in base alla durata del contratto. Il prezzo del cartellino, infatti, viene diviso per gli anni di contratto, andando a pesare meno sul bilancio della singola stagione.

Prendendo dunque come esempio Mudryk, pagato 70 milioni di euro e con un contratto di ben 8 anni, andrebbe a pesare sul bilancio annuale ‘solo’ di circa 8 milioni di euro. Stesso ragionamento che deve essere fatto per tutti gli altri acquisti, il cui costo viene ammortizzato di stagione in stagione, rendendo decisamente più leggero il bilancio contabile annuale.

La FIFA, però, ha una norma che dispone a cinque anni la durata massima di un contratto. Le singole Federazioni, però, sono autonome in questo senso: il Regno Unito è fra le nazioni che non hanno alcuna restrizione e il Chelsea ne sta approfittando. I Blues quindi, non stanno violando il Fair Play Finanziario e non andranno incontro ad alcuna sanzione. Tuttavia, il caso Chelsea è passato all’attenzione della FIFA che sta cercando di intervenire in qualche modo per inserire dei paletti. L’obiettivo, infatti, è evitare che tutto ciò possa ripetersi in futuro.

Nonostante ciò, per rientrare nelle ingenti spese, i londinesi sono ora obbligati a vincere e dare una svolta alla loro stagione per evitare rischi ulteriori. Il quarto posto in Premier o addirittura il successo in Champions aiuterebbero i Blues a sistemare la situazione.

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