Roberto De Zerbi si allontana da un possibile ritorno in Serie A: il durissimo sfogo del tecnico del Brighton verso il calcio italiano.
Negli ultimi giorni si è parlato tanto di un possibile ritorno in Italia di Roberto De Zerbi. Il suo straordinario lavoro al Brighton sta incantando la Premier League, accendendo inevitabilmente le sirene di mercato. L’ex tecnico del Sassuolo sarebbe finito nel mirino dell’Inter come successore di Inzaghi ma il diretto interessato smentisce le voci e allontana questa ipotesi.
A tantissimi club europei, anche di prima fascia, piacerebbe avere Roberto De Zerbi come allenatore ma non sarà semplice convincerlo a lasciare il Brighton. Oggi infatti, come riportato anche da “Fabrizio Romano”, il tecnico italiano è concentrato al massimo sull’ambizioso traguardo europeo da raggiungere con la sua squadra, presa in carico a metà settembre dopo l’addio di Graham Potter.
Nel suo contratto c’è una clausola d’uscita ma vale soltanto a partire dalla prossima estate. Nel corso della stagione il classe ’79, a meno di un clamoroso esonero, non può accordarsi con un’altra squadra e non è nemmeno la sua intenzione. L’accordo fino al 2026 difficilmente sarà rispettato ma sicuramente resterà sulla panchina fino a giugno e probabilmente anche il prossimo anno.
De Zerbi, ma quale Serie A: la polemica lanciata all’Italia
De Zerbi deve ringraziare l’Italia, in particolare il Sassuolo, se sta avendo successo nella sua carriera da allenatore che ha preso il volo proprio da questa esperienza. Il tecnico del Brighton infatti rispetterà sempre il suo paese d’origine ma, ora che ha provato anche l’avventura all’estero, non ci tornerebbe.
E’ lo stesso 43enne a escludere indirettamente un suo approdo in Serie A in tempi recenti. Nel corso della conferenza stampa, prima del match col Bournemouth, non ha risparmiato una critica verso il calcio italiano e in generale verso la sua nazione. Nello specifico, commentando gli ultimi esoneri in Premier League, ha fatto un curioso paragone tra l’Inghilterra e l’Italia.
Un pensiero con toni polemici che non è passato inosservato: “Diamo troppa importanza agli allenatori, sono i giocatori ad essere più importanti, non amo gli esoneri perché la responsabilità non è solo del tecnico. In Italia c’è più pressione, si cambia quasi ogni stagione perché ci sono 60 milioni di persone e sono tutti e 60 milioni allenatori. Sapete, è davvero difficile lavorare in quel campionato”.
